martedì 25 novembre 2014

La nuova visione di Rieder/Rastner - Rieder/Rastner's new vision


Pochi sanno che, fino alla scorsa primavera Ludwig Rieder aveva grossissimi problemi di vista.



"Mi mancavano circa 20 diottrie da entrambi gli occhi" mi ha raccontato "Quando mi svegliavo al mattino, ero al buio fino a quando non prendevo ed indossavo gli occhiali"

Ovviamente durante gare ed allenamenti usava le lenti a contatto, ma, con la velocità e le sollecitazioni cui sottopone il corpo uno sport come lo slittino, l'utilizzo delle lenti potrebbe essere davvero pericoloso. 

"Con le lenti a contatto -continua Rieder- non vedevo mai al 100%. Una volta presi una botta tale per cui le lenti scivolarono un po' fuori dalla propria sede ed io non vidi più nulla...in quel momento, a 130 km orari, ho rischiato di farci (ndr. a se stesso ed al proprio partner Patrick Rastner) davvero male, ma per fortuna sono riuscito a guidare fino in fondo seppur alla cieca ".



Fast&Cool: Questa situazione come ha condizionato la tua carriera fino ad oggi?

Ludwig Rieder: Ho dovuto fare molte pause senza allenarmi, ma, a conti fatti, queste difficoltà mi hanno reso più forte e, grazie alla diversa preparazione cui sono stato costretto, ho dedicato molto più tempo dei miei compagni di squadra agli allenamenti di spinta, rendendola uno dei miei punti di forza.

F&C: Alla fine della scorsa stagione hai deciso di curarti gli occhi. Raccontaci com'è andata

L. R. : Posso dire che questa è stata la migliore decisione della mia vita!
Mi sono affidato alle cure del Dr. Nicola Maccari della Clinica Vista Vision di Verona, che mi ha sottoposto a tre interventi, durante i quali mi ha applicato delle lenti intra-oculari. Voglio davvero ringraziare lui e tutta la sua equipe, che mi hanno accompagnato in questo passo fondamentale per la mia vita e il mio futuro! 
Chiunque può accorgersi che oggi ho molta più sicurezza sulla slitta e trovo la miglior posizione aerodinamica più facilmente perchè, finalmente, vedo tutto.

Il Dr. Nicola Maccari con Ludwig
Ho chiesto a Gerda Weissensteiner quanto potranno cambiare le performance del doppio azzurro ora che Ludwig ha una vista perfetta. 
"Completamente! " mi ha risposto la campionessa olimpica di Lillehammer " Vedere bene è fondamentale per guidare la slitta. Tra un'ottima traiettoria e una pessima la differenza si misura in millimetri. Per mantenere la posizione più aerodinamica si deve stare il più possibile sdraiati e il punto di osservazione è decisamente innaturale anche per chi ha una ottima vista. Vedendo male o indossando lenti a contatto, ottenere buoni risultati diventa una vera impresa"

F&C: Rieder/Rastner sono un doppio che negli ultimi anni è cresciuto molto ed ha inanellato buoni risultati. Cosa dobbiamo aspettarci ora?

Gerda Weissensteiner: Loro hanno dimostrato di avere un'ottima spinta ed una buona capacità di guida. Ora che Ludwig vede davvero bene, aumenteranno la sua padronanza del mezzo e la sua precisione di guida. Se nelle condizioni in cui erano hanno dimostrato di essere bravi, ora potranno davvero fare un salto di qualità.





Few people know that, until last spring Ludwig Rieder had big view problems.


"I missed about 20 diopters in both eyes," he told me, "When I woke up in the morning, I was in the dark until I took and wore glasses"
Obviously during races and workouts he used contact lenses, but with the speed and the stresses to which a sport like luge subjects the body, the use of the lenses could be really dangerous.
"With contact lenses -continues Rieder- I've never seen 100%. One time, I took such a hit, that the lenses slipped a little out of their seat and I didn't see any more... in that moment, 130 km per hour, I risked to make us (ndr. to himself and to his partner Patrick Rastner) really bad, but luckily I've been able to driving blindly till the end. "

Fast&Cool: How this situation has affected your career so far?

Ludwig Rieder: I've had to make many pauses without workouts, but, on balance, these difficulties have made me stronger and, due to the different preparation which I have been forced, I dedicated much more time than my teammates to the start practice, making it one of the my strong points.

F&C: At the end of last season you decide to heal your eyes. Tell us how did it go

L. R.: I can say that this has been the best decision of my life!
I'm under the care of Dr. Nicola Maccari of the Vista Vision Clinic of Verona, who subjected me to the three surgical interventions, during which applied me intra-ocular lenses. I really want to thank him and all his team, who have accompanied me in this vital step for my life and my future!
Everyone can see that today I have much more sureness on the sled and I find the best aerodynamic position more easily because, finally, I see everything.

Dr. Nicola Maccari with Ludwig
I asked Gerda Weissensteiner how will change the performance of the Italian double now that Ludwig has a perfect view.
"Completely!" answered me the Olympic champion of Lillehammer "A good vision is essential to drive the sled. Between an excellent and a bad trajectory the difference is measured in millimeters. To maintain the most aerodynamic position you should be lying down as much as possible and the observation point is definitely unnatural even for those who have a great view. Seeing badly or wearing contact lenses, to get good results becomes a real challenge."

F&C: Rieder/Rastner are double in the last years has grown considerably and has strung together good results. What should we expect now?

Gerda Weissensteiner: They have proved to have an excellent start and a good driving capability. Now that Ludwig sees really well, he will increase his mastery of the vehicle and his driving precision. If in the conditions in which they were they have proved to be capable, now they will really make a quantum leap.



paola castaldi

domenica 23 novembre 2014

Greta Pinggera: slittino naturale-artificiale andata e ritorno - Greta Pinggera: natural-artificial luge round trip

Da febbraio ad oggi nel mondo dello slittino molto è cambiato. Si sono susseguiti ritiri eccellenti e diversi atleti hanno annunciato che si prenderanno un anno sabbatico. Cosa dovremo dunque aspettarci dalla stagione 2014/15, che prenderà il via la prossima settimana ad Igls (AUT) ?

La pista di Igls (AUT)
Chiusa la carriera agonistica, Armin Zöggeler è entrato nello staff tecnico della Nazionale Italiana occupandosi dello sviluppo dei materiali, ma ha anche fatto -in sordina- il suo esordio da allenatore. Alcuni giorni fa, infatti, ha seguito personalmente Greta Pinggera in un paio di giorni d'allenamento proprio sulla pista di Igls.

Greta è protagonista di una delle storie più interessanti di questa intensa estate post-olimpica.
Greta PInggera durante una gara di slittino su pista naturale

In Italia molti atleti cominciano a praticare slittino su pista naturale ed alcuni, dopo aver ottenuto buoni risultati, passano all'artificiale.
Solitamente, però, questo passaggio avviene verso i 13, 14 anni al più tardi. 
Per dare un'idea generale, Armin Zöggeler cambiò a 14 anni, dopo essersi già dimostrato un fuoriclasse. Dominik Fischnaller ed Emanuel Rieder, invece, hanno cominciato direttamente sulla pista artificiale. Si tenga anche conto del fatto che, in Germania, l'approccio all'artificiale avviene mediamente intorno ai 10 anni. Tra gli atleti in attività, il più precoce dei teutonici risulta Tobias Arlt, che da dati ufficiali, fa lo slittinista su pista artificiale da quando aveva 4 anni.
La Pinggera, invece, ha deciso di tentare questa nuova avventura a 19 anni compiuti.


Un'immagine calzante del percorso intrapreso da Greta me l'ha fornita Klaus Kofler, coordinatore della squadra junior: "E' come passare dal guidare una macchina da rally ad una Formula 1" . 

Anche Gerda Weissensteiner, allenatore di pista della squadra junior, che effettuò il passaggio tredicenne, è convinta dell'estrema difficoltà di effettuare il "salto" così tardi.

Gerda Weissensteiner: "Lo slittino su pista naturale e quello su pista artificiale sono praticamente due sport diversi. Cambiano completamente i movimenti, la postura, le velocità raggiunte." 


...oltre ovviamente al mezzo, all'equipaggiamento ed alle piste... All'epoca Gerda avrebbe voluto continuare con il naturale, che sembrava dovesse entrare nel programma olimpico a breve, ma l'ingresso nella squadra di artificiale avrebbe garantito un maggior supporto economico da parte della FISI, quindi la famiglia la spinse -a ragione visti i risultati ottenuti- verso il cambio.

Gerda Weissensteiner in gara durante le Olimpiadi di Lillehammer

Parlando con questa ragazza, Campionessa del Mondo Junior nella scorsa stagione, mi ha colpito molto la sua determinazione e l'impegno nell'affrontare una sfida, che alcuni definiscono pressochè impossibile. 

Fast&Cool: Greta, raccontaci com'è andata quest'avventura

Greta Pinggera: La preparazione fisica estiva è stata simile a quella che facevo gli anni scorsi. La cosa nuova per me é stata, logicalmente, la tecnica di partenza, in cui ho ancora tanto da imparare e per cui serve tempo.. Rispetto allo slittino su pista naturale, é completamente un altro sport.. e bisogna anche abituarsi alla velocità!

Essere l'unica ragazza in squadra non è stato facile, ma ho affrontato anche quest'ostacolo con molta determinazione... é un mio punto di forza... altrimenti non avrei tentato questo cambio rischioso.

F&C:  Il 7 e l'8 novembre, a Igls, hai avuto un allenatore d'eccezione: Armin Zöggeler... e tu potrai raccontare di essere stata la sua prima allieva

G.P. : Ahah si vero! Il fine settimana con Armin è stato perfetto! Lui mi ha spiegato tutto con calma e ho imparato tantissimo! Lui sarà un allenatore fantastico! Comunque serve veramente tanto tempo per capire come affrontare le curve, le diverse piste.. 



F&C:  So che, nonostante tutto il lavoro di quest'estate, in questi ultimi giorni hai preso una decisione importante con i tuoi allenatori

G.P. : Torno allo slittino su pista naturale!
Nell'atrificiale non si può andare in pista quando si ha tempo e quando si vuole, come, invece nello sci o nello slittino naturale. Ci si puoi allenare solo quando ci sono i soldi e una pista libera. Per la mia situazione questo non basta: se non posso slittare ogni settimana, alla mia età non potrò migliorarmi a sufficienza.
Io avrei la forza di tenere duro, ma per continuare in questo lungo cammino avrei bisogno di uno staff dedicato e fortemente motivato, che appoggiasse e seguisse solo me, ma questo non è possibile, perché, naturalmente, gli allenatori devono dedicarsi a tutta la squadra.

F&C:  Qualche rimpianto nel tornare sui tuoi passi?

G.P. : In realtà quest'esperienza è stata positiva per me. Adesso sono sicura che lo slittino naturale sia lo sport che amo davvero, anche se non rientra nel programma olimpico...



Purtroppo, anche in questo caso, l'assenza di piste in Italia è stata determinante.
Greta ha dovuto rinunciare al suo passaggio all'artificiale, ma voglio comunque vedere il suo tentativo come un buon auspicio. In questo momento caratterizzato dal tramonto di tante carriere gloriose, la storia sportiva di Greta ci invita a focalizzare la nostra attenzione sul nuovo, su ciò che cambia, cresce e si evolve.





Since February a lot has changed in luge world. A lot of excellent retirement have followed one another and several athletes have announced that they will take a sabbatical. So what should we expect from the 2014/15 season, which kicks off next week in Igls (AUT)?



Closed his active career, Armin Zöggeler joined the coaching staff of Italian National team, working on the materials' development, but he has also made -with the soft pedal- his debut as coach. Some days ago, in fact, he personally followed Greta Pinggera in a couple of days training on Igls's track.


Greta is the protagonist of one of the most interesting stories of this intense post-Olympic summer .


Greta Pinggera during a natural track luge race
In Italy many athletes begin to practice natural track luge and some, after getting good results, pass to the artificial.
Usually, this transition takes place at 13, 14 years old. To give you a general idea, Armin Zöggeler changed at 14, having already demonstrated to be a champion. Dominik Fischnaller and Emanuel Rieder started directly on the artificial track. Also keep in account the fact that, in Germany, the approach to the artificial occurs on average around 10 years old. Among the active athletes, the more precocious of the Teutonics is Tobias Arlt, that from official data, is a luger on artificial track since he was 4 years old.

Pinggera, instead, decided to attempt this new adventure at the age of 19.

Klaus Kofler, coordinator of Italian junior National team, supplied me a fitting image of the path taken by Greta: "It 's like going from driving a rally car to a Formula 1".



Even Gerda Weissensteiner, track coach of Italian junior National team, who made the transition at 13, is convinced of the extreme difficulty of "jumping" so late

Gerda Weissensteiner: The natural track and the artificial track luge are practically two different sports. Change completely the m
ovements, posture, the achieved speeds

... and of course the slides, the equipment and the tracks
... At the time Gerda wanted to get on with the natural, that seemed to get into the Olympic program in the short, but the entry in the artificial luge team would have guarantee more financial support from FISI and her family pushed her to change. The achieved results have proved that they were right.

Gerda Weissensteiner in race during Lillehammer Olympics 
Talking to this girl, Junior World Champion in the last season, I was very impressed by her determination and commitment in addressing a challenge that some call almost impossible.

Fast & Cool: Greta, tell us how it went this adventure

Greta Pinggera: Summer physical preparation was similar to the one I was used to in previous years. The new thing for me has been the starting technique, in which I still have much to learn and it takes time.. Compared to natural track luge, is completely another sport.. and you have also to get used to the speed!

Being the only girl of the team has not been easy, but I have also addressed this obstacle with a lot of determination ...is one of my strong points... otherwise I wouldn't have tried this risky change.

F&C: On the 7th and 8th of november, in Igls, you've had a coach of exception : Armin Zöggeler... and you'll be able telling you've been the first

G.P.: Hahaha yes, true! The weekend with Armin has been perfect! He has explained me everything calmly and I've learnt a lot! He will be a fantastic coach! Anyway, it takes really a long time to understand how to face the curves, the different tracks... 


F&C:  I know that, despite all the work done this summer, in the last few days you've made an important decision with your coaches

G.P. : I come back to the natural track luge! In artificial track luge you can not go on the track whenever you want and have time, as in skiing or in natural track luge. You can train just when there are a clear track and enough money. In my situation this is not enough: at my age, if I can not slide every week I can not improve myself enough.
I would have the strength to hold on, but to continue in this long journey I would need a dedicated and highly motivated staff, that gave support and followed just me, butof course, this is not possible, because the coaches have to work with the whole team.

F&C:  Any regrets in retracing your steps?


G.P.: In fact, this experience has been positive for me. Now I'm sure that the natural track luge is the sport that I really love, even if is not part of the Olympic program...


Unfortunately, also in this case, the absence of tracks in Italy has been decisive.
Greta had to give up her passage to the artificial track, but I still want to see her attempt as a good omen. In a moment characterized by the sunset of many glorious careers, the sporting history of Greta invites us to focus our attention on the new, on what changes, grows and evolves.




paola castaldi