venerdì 31 gennaio 2014

Stagione 2013/2014: bilancio intermedio. - Season 2013/2014: intermediate balance.

Le stagioni olimpiche sono strane. Quando tutto finisce, il bello deve ancora cominciare!

Lo scorso fine settimana è andata in scena la finale di Coppa del Mondo, contestualmente ai 45° Campionati Europei a Sigulda (LAT). Oggi e domani sono in svolgimento i 29° Mondiali Junior a Igls (AUT). Venerdì 7 febbraio cominceranno i XXII Giochi Olimpici Invernali a Sochi (RUS).



Il bilancio parziale fotografa una situazione allo stesso tempo preoccupante e incoraggiante. Tutto dipende da come FIL, squadre e addetti ai lavori tutti sapranno interpretarla e gestirla.


La partecipazione alla CdM è stata quanto mai internazionale (ndr: 31 paesi coinvolti) , ma allo stesso tempo i giochi per la vittoria non sono mai stati realmente aperti.
Soprattutto nel doppio e nel singolo femminile si può dire che il primo posto non sia mai stato messo in dubbio.
Complimenti ai vincitori annunciati, ma questa situazione, se gestita con leggerezza e, a volte, con rassegnazione credo non porterà nulla di buono per lo slittino. Una competizione aperta è necessaria per evitare che questo sport diventi una farsa e mantenga dignità e credibilità. 

Impegno comune dovrebbe essere cercare di portare tutti ad un buon livello di competitività, incentivando lo svolgimento di allenamenti collettivi sulle piste attualmente più "monocrome".
Nessun tracciato inserito in CdM dovrebbe essere appannaggio di una sola squadra, soprattutto considerando il numero di tracciati presenti nel mondo.

Il fairplay dovrebbe essere tenuto in grande considerazione.
In questa stagione troppi sono stati gli episodi in cui lo si è calpestato.
La CdM è una cosa seria: non prendervi parte per motivi di salute o, come può capitare a volte di budget, è sacrosanto, ma saltare competizioni ufficiali per tatticismi, allenamenti e prove materiali o anche solo per riposarsi in vista di altro è assolutamente irrispettoso nei confronti degli avversari. Che a questo livello la Federazione Internazionale consenta e avalli episodi di questo tipo senza sanzionarli è inconcepibile.
Lo stesso dicasi delle Premiazioni finali. L'assenza dei vincitori, che oltretutto hanno messo in scena premiazioni ad uso privato altrove, è stato un episodio estremamente imbarazzante. La premiazione è una celebrazione dello sport, dei vincitori e dei vinti. Negli scorsi giorni, invece, si è assistito ad una pantomima, ad uno sberleffo offensivo a tutti i valori che lo Sport rappresenta.

Per quanto riguarda la pista, ad eccezione di alcuni fine settimana, la competizione è stata vivace ed entusiasmante. Molti giovani si sono messi in luce dando un'iniezione di vitalità a tutto il movimento.
Per l'Italia i risultati sono stati decisamente al di sopra delle aspettative. Alcune delusioni ci sono state, ma oggettivamente, chi avesse pronosticato questo andamento a inizio stagione, sarebbe stato preso per pazzo dagli stessi atleti.

La prossima settimana tutti gli occhi saranno puntati su Sochi e l'andamento dei Giochi stabilirà definitivamente chi sono i vincitori e chi gli sconfitti in questa lunga ed emozionante stagione.


Olympic seasons are weird. When it all ends, the best is yet to begin!

Last weekend in Sigulda (LAT) have been staged the World Cup finals, valid also for the 45th European Championships. Today and tomorrow in Igls (AUT) are carrying out the 29th Junior World Championships. On Friday February 7th in Sochi (RUS) will begin the XXII Olympic Winter Games.

The partial balance photographs a situation alarming and cheering at the same time. Everything depends on how FIL, teams and all the stakeholders will interpret and manage it.

The participation in World Cup has been international as never (note: 31 countries involved), but at the same time the games for the victory have never been really open.
Especially in Doubles and in Women it can be said that the first podium spot has never been questioned.
Congratulations to the announced winners, but this situation, if handled with lightness and, in some occasions, with resignation, won't lead anything good for luge. An open competition is necessary to avoid that this sport becomes a farce and to maintain dignity and credibility.

Common commitment should be trying to bring everyone to a good level of competitiveness, carrying out collective training sessions on the more "monochromatic" tracks.
No track stage of the World Cup should be favorable to a single team, especially considering the number of venues around the world.

Fairplay should be held in high regard.
In this season it has been stepped on in too many episodes.
The World Cup is a serious business: not take part in it for health reasons or, as can happen sometimes, for budget problems is sacrosanct, but to skip official competitions  for tactics, extra training sessions, equipement testing or just to relax with a view to some other goals is absolutely disrespectful for opponents. The fact that, at this level, the International Federation allows, endorse and doesn't sanction episodes of this kind is inconceivable.
The same applies to the final Award Ceremonies. The absence of the winners, which moreover have staged elsewhere Award Ceremonies for private use, it was an extremely embarrassing episode. The Award Ceremony is a celebration of sport, of winners and losers. However, in last days we have witnessed a pantomime, an offensive grimace to all the values ​​that Sport represents.

As for the track, with the exception of some weekends, the competition has been lively and exciting. Many young athletes highlighted themselves, giving an injection of vitality to the whole movement.
With regard to Italian team, the results were well above expectations. There have been some disappointments, but objectively, whoever would have prognosticated this trend at the season's start, would have been considered crazy by the athletes themselves.

Next week all eyes will be on Sochi and the trend of the Games will definitively establish who are the winners and who the losers in this long and emotional season.

paola castaldi

martedì 21 gennaio 2014

Cosa si può fare perché lo slittino diventi uno sport davvero mondiale? What can be done to turn luge into a truly global sport?

Nelle ultime settimane il mio cuore da appassionata di slittino è stato sballottato più del corpo di un atleta durante una discesa tra curve, labirinti, falsi rettilinei e kreisel. E' passato dalla gioia e dalla soddisfazione all'ira funesta, fino alla delusione e alla tristezza, ma sta raggiungendo uno stato di lucida determinazione. I fatti e i risultati dell'ultimo periodo mi hanno portata a riflettere a fondo e a maturare la convinzione che qualsiasi situazione possa essere migliorata e che impegnare le proprie forze in questo necessario processo evolutivo sia un obbligo per tutte le persone coinvolte.

Lo slittino è uno sport olimpico. Quest'anno, nella stagione pre-Sochi, alla Coppa del Mondo hanno preso parte atleti di 31 Nazioni differenti, ma questo non è un punto d'arrivo, è uno stimolante punto di partenza.
Piste di oggi e di ieri: La Plagne, St.Moritz, Nagano, Cesana,
Cortina, Calgary, Lake Placid, Korketrekkeren

Attualmente la CdM si svolge su 9 tappe, di cui 4 (il 44% !) nella stessa nazione.
Un'anomalia cui si potrebbe ovviare facilmente, dal momento che le piste esistenti, attive o riattivabili, sono almeno 18 in 11 nazioni diverse. 
Sia ben chiaro che la penserei allo stesso modo qualunque fosse il paese del mondo con una percentuale di gare "in casa" così sproporzionata. Dirò di più, trovo questa situazione dannosa in primis per chi esercita una posizione esageratamente preminente: così il valore delle vittorie viene messo in dubbio, vengono date per scontate, anzi ci si stupisce quando non arrivano. 
A qualcuno verrà sempre il dubbio che giocare così spesso su un terreno amico possa essere un vantaggio, vista la plasmabilità della superficie di gara: ghiaccio creato dagli addetti delle piste, animati sicuramente da ottime intenzioni, ma non sempre da fairplay. 
Distribuire realmente worldwide le gare toglierebbe ogni dubbio e darebbe un respiro più globale a questo splendido sport.
Anni fa in Italia c'era uno spot televisivo il cui slogan era "Ti piace vincere facile?". Io credo che a nessuno slittinista piaccia vincere facile, tutti vogliono meritare la vittoria contro avversari forti e competitivi.

Altra questione spinosa è quella dei controlli random dei materiali a fine prima manche. Che senso hanno? Nessuno. Non sarebbe più ragionevole se si facesse un controllo approfondito ad ogni atleta, ad ogni slitta prima di dare il via libera, anziché controllare solo peso e temperatura dei pattiniSi lasci la roulette dell'estrazione al controllo anti-doping...e a tal proposito chiedo a qualche esperto la cortesia di spiegare come vasocostrittori o broncodilatatori influiscano sulla performance di atleti distesi sulla slitta per meno di un minuto.
Il "semaforo" dei controlli

Per rendere lo slittino veramente internazionale e con altri mille anni di vita, credo che il CIO e la FIL dovrebbero lavorare sempre più per rafforzare la presenza di questo sport nel mondo ed aumentare il numero di paesi in cui si pratica. Salta agli occhi la scarsissima partecipazione asiatica e la totale assenza di atleti provenienti da Sud America e Africa, nonostante siano luoghi in cui abbondano le montagne.

Di lavoro da fare ce n'è tanto, chissà, forse questa riflessione potrà essere utile a smuovere un po' le acque.


During the last few weeks my heart of luge passionate has been tossed more than the body of an athlete during a race between curves, labyrinths, false straights and kreisel. It passed from the joy and satisfaction to a baleful wrath, till disappointment and sadness, but it's reaching a state of lucid determination. Facts and results of the last period led me to reflect deeply and to develop the belief that any situation can be improved and that make use of their forces in this necessary evolutionary process is an obligation for everyone involved.

Luge is an Olympic sport. This year, in the pre-Sochi season, athletes from 31 different nations attended the World Cup, but this is not a point of arrival, is a stimulant starting point.
Tracks from yesterday and today: La Plagne, St.Moritz, Nagano, Cesana, 
Cortina, Calgary, Lake Placid, Korketrekkeren

Currently the World Cup takes place on 9 events, 4 of which (44% !) in the same country.
An anomaly that could be resolved easily, by the moment that there are at least 18 tracks, active or reactivable, in 11 different countries.
Let it be clear that I would think the same way whatever country of the world had a so disproportionate percentage of "home" races.
I will say more, I find this situation harmful in primis for those who exercise an excessively prominent position: thus the value of the victories is cast doubt, victories are taken for granted and one is astonished when they don't come.
Someone will always suspect that competing so often on a friendly ground could be an advantage, having regard to the malleability of the race surface: ice created by  the tracks' workers, definitely animated by good intentions, but not always by fairplay.
Actually distributing the races worldwide should take away any doubt and would give a more global breath to this beautiful sport.
Years ago there was a television commercial in Italy whose slogan was "Do you like to win easy?". I believe that no luger likes to win easy, everyone wants to deserve the victory against strong and competitive rivals.

Another thorny issue are the random equipment controls at the end of the first heat. What's their sense? None. Wouldn't be more reasonable if they made a detailed inspection to every athlete and every sledge before giving the go-ahead, rather than just control weight and skates' temperature? Let's leave the roulette extraction to doping control ... and I ask some expert the kindness to explain how vasoconstrictors or bronchodilators may affect the performance of athletes lying on the sledge for less than a minute.
The controls "traffic light"

To make luge truly international, and with a thousand more years of life, I believe that  IOC and FIL should work even more to consolidate the presence of this sport in the whole world and increase the number of countries in which it's practiced. Leaps to the eyes the very low Asian participation and the total absence of athletes from South America and Africa, despite being places where mountains abound.

There is a lot of work to be done, maybe this reflection might be useful to stir things up.


paola castaldi

venerdì 10 gennaio 2014

Königssee on stage...& backstage


Il fatto che la tappa di Coppa del Mondo a Königssee si svolga sempre durante le festività natalizie contribuisce a rendere l'atmosfera che si respira da queste parti assolutamente irripetibile... Gare a parte, si passa metà del tempo a fare gli auguri ad amici che non si vedono per lo meno... da 3 settimane.

Nelle giornate di allenamenti, il meteo primaverile ha incentivato un notevole flusso di turisti curiosi, che si aggiravano lungo la pista in un ambiente assolutamente non invernale.


Quest'anno l'organizzazione ha fatto le cose in grande e sotto il patrocinio del Ministero degli Interni Bavarese, mercoledì 1 si è svolta una fastosa cerimonia di apertura culminata con spettacolari fuochi d'artificio. A livello sportivo, la cosa più singolare è stato il fatto che gli atleti del gruppo di merito, nel corso dell'evento, abbiano estratto con le proprie mani i numeri di pettorale, con largo anticipo rispetto alla abituale estrazione della sera precedente le gare, durante la riunione dei capitani.


Con la consueta ospitalità, venerdì sera la Nazionale tedesca ha organizzato uno "Stammtisch" per i giornalisti. Questi appuntamenti sono occasioni molto piacevoli per incontrare atleti e staff e fare quattro chiacchiere in modo rilassato e informale. Le altre squadre dovrebbero seguire l'esempio.


Il sabato mattina era libero da impegni ufficiali e le tante attrazioni di questa zona a forte connotazione turistica hanno sicuramente soddisfatto le aspettative di chi proprio non ha voluto concedersi un attimo di tregua.


Nel pomeriggio hanno preso il via le gare e, al termine della prima manche del singolo femminile, è stata organizzata la consueta festicciola per il compleanno del nostro Armin Zöggeler. Quest'anno, vista l'importante ricorrenza dei 40 anni, le torte offertegli dall'organizzazione sono state addirittura due. Anche Armin, nonostante i 6°C abitualmente non ideali per le slitte italiane, era di ottimo umore e in vena di fare due parole in più.


Col passare delle ore la temperatura stranamente saliva e, durante la gara di doppio, si sono superati i 7 gradi. Nonostante questo, i materiali italiani si sono rivelati discretamente performanti, consentendo a Oberstolz-Gruber di finire 6° e a Rieder-Rastner 7°. Ad aggiudicarsi il diritto a partecipare alla staffetta, però, in virtù del miglior tempo di manche stabilito nella prima discesa, sono stati i più giovani tra gli azzurri.


La sera in un locale nelle vicinanze della pista si è svolto un "After-race-party" ...singolare chiamarlo così dopo lo svolgimento di solo metà delle competizioni in programma, tant'è che gran parte degli atleti non ha nemmeno preso in considerazione l'idea di prendervi parte...

Purtroppo domenica la pioggia scendeva battente, creando pozzanghere anche nella pista. Ho trovato sorprendente che, tra le due manches, come nulla fosse, gli addetti alla pista la bagnassero come di consueto con gli idranti. Ne ho chiesto il motivo ad Alexander Resch...che di slittino ne sa e mi ha risposto che nell'acqua spruzzata c'erano degli additivi refrigeranti... se lo dice lui sarà sicuramente così.
Il singolo è stato caratterizzato da un dominio assoluto di Loch che, come ha detto Zöggeler durante l'ennesimo festeggiamento per il suo compleanno, poco prima della cerimonia di premiazione, "ha dato qualche ora" a tutti gli altri. Per quanto riguarda gli altri, però, Armin è sempre in pole position. Eccellente prova anche di Dominik Fischnaller, ottavo a metà gara, ma capace del secondo tempo di manche nella discesa finale nonostante gli occhi lucidi di febbre.
Vedere due Italiani sul podio provvisorio di CdM è una cosa che non capitava da veramente troppo tempo.

Le gare di Königssee avrebbero dovuto definire le squadre olimpiche, ma i responsi della pista spesso sono stati sibillini. Mentre gli errori di Johannes Ludwig hanno aiutato Norbert Loch nella scelta, quelli di Kevin Fischnaller e l'infortunio della Reithmayer hanno creato grattacapi a Brugger e Friedl. Nella scelta dei designati, mi sono resa conto, oltre ai risultati conta anche la vis agonistica degli atleti. Sentir dire a uno di quelli sine qua non "Se non avessi corso per vincere, non ti avrei portato a Sochi" in primis mi ha fatto dubitare della mia conoscenza del tedesco. Quando però mi è stato ribadito personalmente che, se un allenatore non vede la voglia di vincere nei suoi ragazzi, potrebbe decidere di far saltare i Giochi anche a pezzi da novanta, mi è stato chiaro quanto la "mentalità da atleta" conti più rispetto ai risultati contingenti.


Come sempre accade su questo tracciato, spente le luci su gare e premiazioni, la pista è diventata appannaggio di turisti temerari. Infatti lo slittino su pista (molto) ridotta e il taxi-bob sono, sponsor a parte, le principali fonti di guadagno che consentono di mantenere viva ed efficiente la Bob und Rodelbahn di Schönau am Königssee. Se passate da queste parti e avete voglia di provare un'emozione irripetibile, entrambe le esperienze valgono il non piccolissimo investimento richiesto.



The fact that the World Cup in Königssee always takes place during Christmas holidays helps to make the atmosphere around here absolutely unique ... Racing aside, everyone spends half of the time making greetings to friends not seen from at least ... 3 weeks.

On workout days, the spring weather has encouraged a steady stream of curious tourists, who wandered around the track in an absolutely non-wintery environment.

This year the organization has done great things, and under the patronage of the Bavarian Ministry of the Interior, Wednesday 1 was held a lavish opening ceremony culminated with spectacular fireworks. On a sporting level, the most unusual thing was that the athletes in the seeding lists have pulled the competitor numbers with their own hands during the event, well in advance to the usual extraction, performed during the captains' meeting of the day before the races.

With his usual hospitality, Friday evening the German national team has organized a "Stammtisch" for journalists. These events are very pleasant occasions to meet athletes and staff and to chat in a relaxed and informal way. The other teams should follow suit.

Saturday morning was free from official commitments and the multitude of attractions of this area with strong touristic connotations have certainly met the expectations of those who did not want to indulge in a moment of respite.

In the afternoon took off the races and at the end of the first hit of women's singles, was organized the customary little party for  Armin Zöggeler's birthday. This year, given the importance of the 40th birthday, the cakes offered him by the organization were even two. Armin, despite the 6 °C usually not ideal for Italian sledges, was in high spirits and in the mood to chat some more.

As the hours passed the temperature rose strangely. During the doubles event, have exceeded 7 degrees. Despite this, the  Italian equipments have turned out quite well performance, allowing Oberstolz-Gruber to finish 6th and 7th Rieder-Rastner. However, the younger of the "azzurri" got the right to take part in the Team relay, making a better time in the first heat.

On the evening has held an "After-race-party"  in a disco nearby the track ... wierd to call it that way after conducting just half of the competitions in the program. Because of this reason, most of the athletes didn't even take into consideration to take part ...

Unfortunately on Sunday the rain fell pouring, creating puddles also on the track. I found it surprising that, between the two runs, the workers of the track have watered it with pipes as usual, like nothing had happened. I asked Alexander Resch -who for sure knows luge- the reason and he told me that in the sprinkled water there were coolant additives... if he says so will definitely be like this.
The men's single was characterized by an absolute domination of Loch who, as Zöggeler said during another celebration for his birthday, just before the awards ceremony, "gave some hours" to everyone else. With regard to the others, Armin is always in pole position. Excellent performance even for Dominik Fischnaller: 8th halfway through the race, but able of the second time in the final manche, despite his bright-for-fever eyes.
Seeing two Italians on the World Cup provisional podium is something that didn't happen since far too long.

Races in Königssee would have had to define the Olympic teams, but the responses of the track were often cryptic. While Johannes Ludwig's mistakes helped Norbert Loch's choice, those of Kevin Fischnaller and the injury of Reithmayer have gifted an headache to Brugger and Friedl. I realized that in the choice of designated, the competitive vis of athletes has as many importance as the results. To hear telling to one of the sine qua non athletes "If you hadn't gone to win, I wouldn't have brought you to Sochi" immediately made ​​me doubt of my skills in German. But when I was personally reaffirmed that, if a coach doesn't see the winning will in his guys, he might decide to make skip the Games also to some bigwig, I got clear that the "athlete's mentality" worth more than contingent results.

As here always happens, turned off the lights on competitions and award ceremonies, the track became the preserve of adventurous tourists. In fact, sponsors aside, the luge on a (very) reduced track and the taxi-bob are the main sources of income that keep alive and efficient the Bob und Rodelbahn of Schönau am Königssee. If you pass here, and you want to feel a unique emotion, both experiences worth the not small investment required.


paola castaldi

mercoledì 1 gennaio 2014

Intervista esclusiva a Ludwig Rieder e Patrick Rastner, presente e futuro dello slittino italiano - Exclusive interview with Ludwig Rieder and Patrick Rastner, present and future of Italian luge - Exklusiv-Interview mit Ludwig Rieder und Patrick Rastner, Gegenwart und Zukunft von italienische Rennrodel

Ludwig Rieder e Patrick Rastner sono il presente e il futuro dello slittino italiano. Sono due ragazzi solari, sempre sorridenti anche nei momenti difficili. Nonostante siano molto giovani (22 anni Ludwig, 20 Patrick) sono un team affiatato, cresciuto in anni di duro lavoro insieme.
I loro progressi costanti li hanno portati ad essere il miglior doppio italiano in entrambe le tappe americane di Coppa del Mondo, disputate in dicembre.
Alla vigilia della ripresa delle gare, il prossimo fine settimana a Königssee (GER), li abbiamo intervistati e, da duo affiatato quale sono, ci hanno risposto in perfetto accordo.

F&C: Nelle ultime stagioni la vostra crescita continua vi ha portati, per ora, a conquistare prima il titolo di Campioni Mondiali U23, poi il primo podio "senior". Come avete affrontato questo percorso e come vi preparate alle future sfide?
RI-RA: Nella primavera successiva al nostro primo anno di carriera (2007/2008), ci siamo seduti insieme e abbiamo parlato di come avrebbe dovuto essere il nostro futuro. Quel giorno abbiamo deciso di sviluppare la preparazione in vista del 2014 e dei XXII Giochi Olimpici di Sochi.
Le stagioni precedenti sono state per noi anni di apprendimento e i risultati conseguiti in questo lasso di tempo sono state conferme dei progressi lungo il nostro cammino. Ci sono stati i titoli Mondiali e, ovviamente, sono stati molto importanti e utili, ma la vera svolta è stata per noi il podio in Coppa del Mondo. Quando finalmente ci siamo riusciti, a Winterberg, è caduto un peso dai nostri cuori. Vediamo questo successo come una tappa fondamentale della nostra carriera. Naturalmente vogliamo confermare questi risultati e abbiamo acquisito maggiore fiducia in noi stessi. Inoltre, nelle ultime due gare di CdM (ndr: Whistler e Park City) siamo stati il miglior doppio italiano. Questo ci dà ulteriore slancio per il futuro e per le Olimpiadi del prossimo febbraio.

F&C: Chi vi è stato maggiormente di aiuto in questi anni e quali sono stati i vostri punti di riferimento?
RI-RA: Hansjörg Raffl è stato lo scopritore del doppio Rieder / Rastner: senza di lui per noi il mondo sarebbe diverso. Molti altri allenatori ci hanno resi migliori e più forti, senza di loro non avremmo mai conseguito i nostri risultati e sappiamo che ci aiuteranno a fare sempre meglio.
Il sostegno più grande, però, l’abbiamo avuto dai nostri famigliari, che ci sono sempre stati vicini e che sono i nostri più grandi tifosi sin dall’inizio, oltre che dal nostro fans club.
Oggi ci rendiamo conto di aver imparato molto di più dai nostri fallimenti che dai nostri successi. Dopo ogni caduta, ogni ferita e ogni medaglia persa siamo cresciuti. Il nostro motto è sempre: ciò che non ci uccide ci rende più forti.

F&C:  L'estate scorsa nello staff della Nazionale Italiana di Slittino ci sono stati due significativi cambiamenti. Avete cambiato capo allenatore e preparatore atletico. Queste novità come hanno inciso sul clima di squadra?
RI-RA: Durante la scorsa stagione l'atmosfera era stata tesa e i risultati erano stati modesti. Quando si è diffusa la notizia del cambio del capo allenatore, molti atleti e fans si sono veramente arrabbiati. La squadra, però, si è dimostrata coesa e ci siamo resi conto che si può vivere benissimo anche senza Plaikner.  
Anche l’arrivo del nuovo preparatore atletico, Milan Guba, ha portato nuova vitalità nel team e ancor prima dell’inizio della stagione è stato chiaro che la squadra non è mai stata cosi motivata. E’ più libera e ciò si riflette negli ottimi risultati conseguiti fin ora. Per questo siamo convinti che questo cambiamento sia stato la decisione giusta.

F&C:  Con il nuovo preparatore atletico, l’Ungherese Milan Guba, avete cambiato modo di lavorare? Come avete modificato la vostra preparazione fisica?
RI-RA: Milan Guba ha portato in squadra un nuovo tipo di allenamento. Ora stiamo lavorando in modo molto più personalizzato, siamo meglio preparati per la gara e siamo riusciti a migliorare tutti in fase di partenza.. le prestazioni parlano da sé.

F&C:  Walter Plaikner è stato capo allenatore della Nazionale Italiana praticamente da quando voi eravate poco più che bambini. Come avete vissuto il suo trasferimento in Russia? Ve ne ha parlato prima che succedesse o la scorsa primavera vi siete trovati di fronte al fatto compiuto? Cosa ne pensate?
RI-RA: Plaikner è un uomo riservato, non abbiamo parlato molto. Tuttavia, quando abbiamo saputo che aveva intenzione di andare a lavorare per la Russia, ci siamo incontrati. Quando c’è stata la riunione aveva già firmato, ma è stata la prima volta in cui abbiamo potuto parlare chiaramente della situazione con lui e ci ha dato qualche consiglio. Lui era convinto che un cambiamento ci potesse giovare. Anche i talenti crescono e non importa chi sia il capo.   
Tornati a casa eravamo molto delusi e non sapevamo come affrontare la situazione. La sua decisione ha cambiato la nostra opinione su di lui. Oggi sappiamo di essere migliori. Plaikner d’altra parte, è in Russia, dove la squadra è sottoposta a una fortissima pressione e i risultati, per ora, sono deludenti.                                              
Il percorso che abbiamo affrontato negli ultimi mesi dimostra che la Nazionale Italiana non può portare un uomo a crollare e che sappiamo uscire migliori da ogni sconfitta.

F&C: Plaikner si occupava anche in prima persona della costruzione delle slitte e curava i materiali. Chi si occupa ora delle vostre slitte?
RI-RA: Una critica che abbiamo sempre fatto a Walter Plaikner è che costruiva quello che voleva senza che nessuno sapesse come lo faceva. Ora Oswald Haselrieder e Norbert Huber si occupano di ordinare il materiale da costruzione, previa consultazione con tutti gli atleti. La cosa più difficile era cominciare, ma ora siamo migliori che mai e l’ idea di tutti è che entro pochi anni avremo di nuovo la slitta più veloce.

F&C: A febbraio ci saranno le Olimpiadi a Sochi e il prossimo fine settimana a Königssee verrà decisa la squadra che vi prenderà parte. I vostri ottimi risultati vi fanno dare per favoriti. Come vivete questa fase di selezione? Che sensazioni, pensieri e speranze vi suscita l'idea di prender parte alla vostra prima Olimpiade?
RI-RA: Quest’anno per ogni atleta conta soltanto la qualificazione per gli Olimpiadi. La pressione è indescrivibile e la cosa più importante è essere sempre più veloci dei tuoi compagni di squadra. Pertanto ci si augura che anche un tuo amico faccia qualche errore… e viceversa. Tutti sono molto nervosi e più tesi che mai. Nessuno è particolarmente interessato alla Coppa del Mondo generale, ma solo alla qualificazione olimpica. Siamo convintissimi che potremo andare con i nostri compagni Oberstolz/Gruber, ma ancora nulla è deciso. 
Andare a Sochi è sempre stato il nostro sogno, ma non solo quello. Non vogliamo essere la seconda scelta, vogliamo fare una buona gara. Realizzando il terzo tempo nella seconda manche nell´ultima tappa dell’anno, abbiamo dimostrato che possiamo andare molto veloci. Anche nella settimana di allenamento a Sochi (ndr: ITW a inizio novembre) siamo stati migliori dei nostri compagni di squadra. Le Olimpiadi sono una gara, e tutti gli altri sono sotto pressione, ma non noi. Siamo giovani e non abbiamo nulla da perdere. Il nostro obiettivo è piazzarci nelle prime 5 posizioni. Abbiamo dimostrato tante volte quanto possiamo essere forti e questo obiettivo è realistico. Noi facciamo la nostra gara e vediamo cosa fanno gli altri, ma sulla pista di Sochi tutto può succedere perché è veramente difficile e ci possiamo aspettare qualche errore da parte degli avversari.



Leggendo le loro parole, qualcuno si stupirà della determinazione, della schiettezza e delle idee chiare di Ludwig e Patrick, ma per ottenere grandi risultati in uno sport difficile e tecnico come lo slittino decisione e fiducia in se stessi sono assolutamente necessari.  
Sabato 4 gennaio il doppio verrà corso in notturna sulla pista bavarese e noi saremo lì con i nostri atleti ad assistere all’ultima prova, che definirà l’elenco dei partecipanti alle Olimpiadi. In bocca al lupo ragazzi!



Ludwig Rieder and Patrick Rastner are the present and the future of Italian luge. They are two solar guys, always smiling even in bad times. Even though they are very young (22 years old Ludwig, 20 Patrick), they are a close-knit team, grew up in years of hard work together.
Their steady progress led them to be the best Italian double in both the World Cup events, played in December in  America.
    
We interviewed them a few days before the restart of the World Cup, next weekend in Königssee (GER), and they answered in perfect agreement, as the tight-knit duo they are.
                                                                   (Picture)           

F&C: Your continuous growth in the last seasons has led you, at the moment, to conquer first the title of U23 World Champions, then the first "senior" podium. How did you approach this path and how are you preparing to the future challenges?

RI-RA: In the spring after the first season of our career (2007/2008), we sat together and talked about how our future was supposed to be. That day we decided to develop the preparation for the 2014 and the XXII Olympic Games in Sochi.
The previous seasons have been for us years of learning and the results achieved in this period have been confirmations of the progress along our way. There have been world titles and, of course, have been very important and useful, but the real turning point for us has been the podium in the World Cup. When we finally succeeded in Winterberg, a weight has fallen from our hearts. We see this success as a milestone in our career. Of course we want to confirm these results and we have gained more confidence in ourselves. Moreover, in the last two races of the World Cup (note: Whistler and Park City) we have been the best Italian double. This gives us further impetus for the future and for the Olympics of next February.


F&C: Who has been more helpful for you in these years and what have been your reference points?

RI-RA: Hansjörg Raffl was the discoverer of the double Rieder / Rastner: without him the world would be different for us. Many other coaches have made us better and stronger, without them we wouldn't have achieved our results and we know that they will help us to always do better.
However we have received the greatest support from our families, that have always been close to us and that are our biggest supporters since the beginning, as well as our fans club.
Today we are aware of having learned much more from our failures than from our successes. After each fall, each injury and each lost medal we grew up. Our motto is always: what doesn't kill us makes us stronger.
                                                                (Picture)                   
                   
F&C: Last summer, there have been two significant changes in the staff of the Italian Luge National Team. You have changed the head coach and athletic trainer. How have these innovations influenced the atmosphere in the team?

RI-RA: During the previous season the atmosphere was tense and the results were modest. When the news of the change of the head coach has spread, many athletes and fans were really angry. But the team has proved to be cohesive and we realized that we can live well also without Plaikner.
Also the arrival of the new athletic trainer, Milan Guba, has brought new vitality and even before the beginning of this season was clear that the team has never been so motivated. It's more free and this is reflected in the excellent results achieved so far. For this reason, we believe that this change has been the right decision.


F&C:  With the new trainer, the Hungarian Milan Guba, have you changed way of working? How have you modified your physical training?

RI-RA: Milan Guba has brought to the team a new kind of workout. Now we are working in a much more personalized way, we are better prepared for the race and we all have been able to improve in the starting phase .. the performance speak for itself.


F&C:  Walter Plaikner has been the head coach of Italian National team almost since you were little more than children. How have you lived his move to Russia? Has he told you about it before it happened or last spring you are faced with the fait accompli? What you think about this?

RI-RA: Plaikner is a reserved man, we didn't talk much. However, when we heard that he intended to go working for Russia, we met. When there was the meeting he had already signed, but it was the first time we've been able to speak clearly with him about the situation and he gave us some advice. He was convinced that a change could be positive for us. Even the talents grow up, no matter who is the boss.                            
Back home we were very disappointed and didn't know how to deal with the situation. His decision changed our opinion of him. Today we know to be better. Plaikner on the other hand, it is in Russia, where the team is under tremendous pressure, and the results so far are disappointing.                                     
The route we have faced in last months shows that the Italian National team can not bring a man to collapse and we know we get out better from each defeat.


F&C: Plaikner also managed personally the construction of the sledges and took care of the equipment. Who is in charge of your sledges now?

RI-RA: A critique we've always made to Walter Plaikner is that he built what he wanted without anyone knew how he did so. Now Oswald Haselrieder and Norbert Huber order the equipement after consulting with all the athletes. The hardest thing was to begin, but now we are better than ever and the idea of all of us is that within a few years we will have the fastest sledges again.


F&C: In February there will be the Olympics in Sochi and the next weekend in Königssee will be decided the team that will take part. Your excellent results put you between the favorites. How do you live this selection phase? What feelings, thoughts and hopes there inspires the idea of taking part in your first Olympics?

RI-RA: This year the only thing that matters for each athlete is to qualify for the Olympics. The pressure is undescribable and the most important thing is to always be faster than your teammates. Therefore each one hopes that even his friends make some mistakes ... and vice versa. Everyone is very nervous and more strained than ever. No one is particularly interested in the overall World Cup, but only to the Olympic qualification. We're convinced that we can go with our mates Oberstolz / Gruber, but nothing is decided yet.       
Going to Sochi has always been our dream, but not just that. We don't want to be the second choice, we want to make a good race. Realizing the third time in the second run in the last competition of the year, we showed that we can go very fast. Even in the training week in Sochi (note: ITW at the beginning of November) we have been better than our teammates. The Olympics are a race, and all the others are under pressure, but not us. We are young and we have nothing to lose. Our goal is to finish in the top 5. We have shown many times how strong we can be and this goal is realistic. We do our part in race and see what others are doing, but on the track in Sochi anything can happen because it is really hard and we can expect some mistake by our adversaries.
                                                              (Picture) 

Reading their words, someone could be surprised by the determination, frankness and clear ideas of Ludwig and Patrick, but decision and self-confidence are absolutely necessary to get great results in a sport hard and technical as luge.             
Saturday, January 4th the double will be run at night on the Bavarian track and we will be there with our athletes to attend the last trial, which will define the list of participants in the Olympics. Good luck guys!




Ludwig Rieder und Patrick Rastner sind die Gegenwart und die Zukunft des Rodelsports in Italien. Zwei Sonnenmenschen, die auch in schwierigen Momenten das Lächeln nicht vergessen. Trotz ihres jugendlichen Alters (Ludwig ist 22 Jahre jung, Patrick gar erst 20), sind sie bereits ein sehr stark eingeschworenes Team, das über die Jahre hinweg gewachsen ist.
Ihre Fortschritte haben sie dazu gebracht, bei den letzten zwei Weltcupetappen in Nordamerika als bestes italienisches Team da zu stehen.


Kurz vor Wiederbeginn der Wettkämpfe in Königssee (Deutschland) haben wir sie zu einem Gespräch befragt. 
                                                                  (Bild)

F&C: In den letzten Jahren hat Euch das Training dazu gebracht, zuerst den WM-Titel in der Klasse unter 23 zu erobern, dann kam das erste Podium bei den „Großen“. Wie habt Ihr das alles geschafft und wie bereitet Ihr Euch auf künftige Herausforderungen vor?

RI-RA: Gleich nach unserem ersten gemeinsamen Winter (2007/08) haben wir uns zusammengetan und über unsere Zukunft diskutiert. Da haben wir schon beschlossen, unsere Aufbauarbeit mit Blickrichtung 2014 und somit Olympische Winterspiele in Sochi aufzubauen.
Die Saisonen davor waren zum Lernen da, und wir haben diese Zeit auch als solche gesehen, wobei wir die Fortschritte mit Freude wahrgenommen haben. Die WM-Titel waren sicher wichtig, aber die entscheidende Wende kam durch das erste Podest im Weltcup. Als uns in Winterberg dies erstmals gelungen ist, fiel uns ein Stein vom Herzen. Dieser Erfolg ist ein Meilenstein in unserer Laufbahn, und wir wollen dies auch bestätigen. Wir haben an Selbstvertrauen gewonnen, und bei den letzten Etappen im Weltcup (Whistler und Park City) waren wir das beste italienische Doppel. Dies gibt uns noch mehr Schwung und Motivation für die künftigen Olympischen Spiele in Russland. 


F&C: Wer war Euch in all den Jahren am hilfreichsten?

RI-RA: Hansjörg Raffl war effektiv der „Entdecker“ des Doppels Rieder/Rastner. Ohne ihn wäre die Welt für uns anders. Viele andere Trainer haben uns gestärkt und selbstbewusster gemacht, ohne sie hätten wir nie gute Ergebnisse erzielt – und das hilft uns auch weiter, treibt uns an, es immer besser zu wollen.
Die größte Unterstützung haben wir allerdings aus unseren Familien erfahren, denn sie standen uns immer nahe und haben uns von Anfang an unterstützt.
Heute wissen wir auch, dass wir auch aus unseren Niederlagen viel gelernt haben. Nach jedem Sturz, nach jeder blassen Leistung sind wir wieder neu gekommen, getreu dem Motto: „Was uns nicht umbringt, macht uns stärker.“
                                                                  (Bild)

F&C: Im vergangenen Sommer gab es im italienischen Team zwei wichtige Änderungen. Es kam zum Wechsel beim Cheftrainer und beim Konditionstrainer. Wie hat sich dadurch das Klima im Team verändert?

RI-RA: In der vergangenen Saison war die Stimmung recht gespannt, die Ergebnisse mäßig. Als sich die Nachricht vom Wechsel des Cheftrainers verbreitete waren einige Athleten und Fans echt verärgert. Die Mannschaft hat jedoch in diesem Moment Einheit gezeigt, wir haben verstanden, dass man sehr gut auch ohne Walter Plaickner leben kann.
Auch der neue Konditionstrainer hat neues Leben in die Mannschaft gebracht, und schon vor der Saison hat man verstanden, dass das Team noch nie so motiviert war. Man fühlt sich freier, und das zeigt sich auch in den bisher erzielten Ergebnissen. Wir sind überzeugt, dass der Wechsel die richtige Entscheidung war.


F&C: Habt Ihr mit dem neuen Konditionstrainer, dem Ungarn Milan Guba, Arbeitsweise verändert? Wie habt Ihr das Aufbautraining verändert?

RI-RA: Er hat Neues ins Team gebracht. Jetzt arbeiten wir viel individueller, wir sind auf die Wettkämpfe besser vorbereitet und beim Start stärker. Schließlich sprechen auch die Ergebnisse für sich. 


F&C: Walter Plaickner war ja sonst immer Eure Trainer. Wie habt Ihr seinen Wechsel nach Russland erlebt? Hat er mit Euch gesprochen, bevor der Wechsel beschlossen Tatsache war. Was denkt Ihr darüber?

RI-RA: Plaickner ist ein sehr zurückhaltender Mensch. Wir haben nicht viel geredet. Als wir vernommen haben, dass er nach Russland wechseln möchte, haben wir uns getroffen. Doch da war der Vertrag schon unterzeichnet, er hat uns noch einige Ratschläge mit auf den Weg gegeben. Er war überzeugt, dass uns ein Wechsel gut tun würde. Talente wachsen, am Chef liegt es nicht, hieß es. Als wir nach Hause zurückkehrten, waren wir sehr enttäuscht. Wir wussten nicht, wie wir die neue Situation bewältigen sollten, und wir haben auch die Meinung über Walter Plaickner verändert. Heute wissen wir, besser zu sein. Plaickner ist in Russland, wo er enormem Druck ausgesetzt ist, und die Ergebnisse sind bisher enttäuschend.
Wir haben gelernt, dass ein Mensch nicht ein ganzes Nationalteam zum Scheitern führen kann und wir sind heute stärker denn je. 


F&C: Plaickner war aber auch in erster Person für Schlittenbau und Materialien zuständig. Wer kümmert sich heute um diese Belange?

RI-RA: Bei Walter Plaickner haben wir immer kritisiert, dass er immer die Rodeln baute, und niemand wusste Bescheid. Nun kümmern sich Oswald Haselrieder und Norbert Huber um das Material, nachdem sie sich mit allen Athleten abgesprochen haben. Der Anfang war echt schwer, aber heute sind wir besser den je, und wir sind alle der Meinung, dass wir in wenigen Jahren wieder den schnellsten Schlitten von allen haben werden.

F&C: Im Februar stehen Olympische Spiele an. Am kommenden Wochenende werden in Königssee die Athleten ausgesucht, die in Sochi dabei sein werden. Eure jetzigen Ergebnisse stempeln Euch zu Favoriten. Wie lebt Ihr diese Tage und welche Gefühle entstehen in Euch, wenn Ihr an die Möglichkeit denkt, bei den nächsten Olympischen Spielen erstmals dabei sein zu dürfen? 

RI-RA: Im heurigen Winter zählt für jeden Athleten nur Olympia. Der Druck ist unbeschreiblich, im Moment zählt es nur, schneller als alle Mannschaftskollegen zu sein. Das geht so weit, dass man sich wünscht, dass selbst deine Freunde Fehler machen – und umgekehrt. Alle sind hypernervös und gespannt. Niemand denkt besonders an den Gesamtweltcup, sondern nur an die Olympiaqualifikation. Wir sind überzeugt, dass wir mit unseren Kollegen Oberstolz/Gruber in Sochi dabei sein könnten, aber noch ist nichts entschieden.
Sochi war immer schon ein Traum für uns. Wir wollen aber nicht in der zweiten Reihe stehen, wir wollen ein starkes Rennen fahren. Die drittbeste Zeit beim letzten Lauf in Park City zeigt uns, dass wir schnell unterwegs sind, und auch bei der November-Trainingswoche in Sochi waren wir schneller als unsere Mannschaftskollegen. Bei Olympia sind alle unter Druck – wir nicht. Wir sind jung und haben nichts zu verlieren. Unser Ziel ist eine der fünf ersten Platzierungen. Wir haben öfters unsere Stärke bewiesen, und dieses Ziel ist realistisch. Wir machen unser Rennen und sehen dann, was andere schaffen. In Sochi ist alles möglich, man kann sich auch Fehler unserer Gegner erwarten.
                                                                      (Bild)  

Beim Durchlesen dieser Worte kann man sich vielleicht über die Entschlossenheit der jungen Sportler verwundern. Aber in einem so schwierigen Sport wie das Rodeln sind Entschlossenheit und Selbstvertrauen absolut notwendig. Am Samstag, dem 4. Jänner, werden wir bei der Abendveranstaltung auf der Bayrischen Rodelbahn dabei sein und mit Herzklopfen die olympische Vorentscheidung miterleben. Alles Gute, Burschen!

paola castaldi