Nelle ultime settimane il mio cuore da appassionata di slittino è stato sballottato più del corpo di un atleta durante una discesa tra curve, labirinti, falsi rettilinei e kreisel. E' passato dalla gioia e dalla soddisfazione all'ira funesta, fino alla delusione e alla tristezza, ma sta raggiungendo uno stato di lucida determinazione. I fatti e i risultati dell'ultimo periodo mi hanno portata a riflettere a fondo e a maturare la convinzione che qualsiasi situazione possa essere migliorata e che impegnare le proprie forze in questo necessario processo evolutivo sia un obbligo per tutte le persone coinvolte.
Lo slittino è uno sport olimpico. Quest'anno, nella stagione pre-Sochi, alla Coppa del Mondo hanno preso parte atleti di 31 Nazioni differenti, ma questo non è un punto d'arrivo, è uno stimolante punto di partenza.
Lo slittino è uno sport olimpico. Quest'anno, nella stagione pre-Sochi, alla Coppa del Mondo hanno preso parte atleti di 31 Nazioni differenti, ma questo non è un punto d'arrivo, è uno stimolante punto di partenza.
Piste di oggi e di ieri: La Plagne, St.Moritz, Nagano, Cesana, Cortina, Calgary, Lake Placid, Korketrekkeren |
Attualmente la CdM si svolge su 9 tappe, di cui 4 (il 44% !) nella stessa nazione.
Un'anomalia cui si potrebbe ovviare facilmente, dal momento che le piste esistenti, attive o riattivabili, sono almeno 18 in 11 nazioni diverse.
Un'anomalia cui si potrebbe ovviare facilmente, dal momento che le piste esistenti, attive o riattivabili, sono almeno 18 in 11 nazioni diverse.
Sia ben chiaro che la penserei allo stesso modo qualunque fosse il paese del mondo con una percentuale di gare "in casa" così sproporzionata. Dirò di più, trovo questa situazione dannosa in primis per chi esercita una posizione esageratamente preminente: così il valore delle vittorie viene messo in dubbio, vengono date per scontate, anzi ci si stupisce quando non arrivano.
A qualcuno verrà sempre il dubbio che giocare così spesso su un terreno amico possa essere un vantaggio, vista la plasmabilità della superficie di gara: ghiaccio creato dagli addetti delle piste, animati sicuramente da ottime intenzioni, ma non sempre da fairplay.
Distribuire realmente worldwide le gare toglierebbe ogni dubbio e darebbe un respiro più globale a questo splendido sport.
Anni fa in Italia c'era uno spot televisivo il cui slogan era "Ti piace vincere facile?". Io credo che a nessuno slittinista piaccia vincere facile, tutti vogliono meritare la vittoria contro avversari forti e competitivi.
Altra questione spinosa è quella dei controlli random dei materiali a fine prima manche. Che senso hanno? Nessuno. Non sarebbe più ragionevole se si facesse un controllo approfondito ad ogni atleta, ad ogni slitta prima di dare il via libera, anziché controllare solo peso e temperatura dei pattini? Si lasci la roulette dell'estrazione al controllo anti-doping...e a tal proposito chiedo a qualche esperto la cortesia di spiegare come vasocostrittori o broncodilatatori influiscano sulla performance di atleti distesi sulla slitta per meno di un minuto.
Per rendere lo slittino veramente internazionale e con altri mille anni di vita, credo che il CIO e la FIL dovrebbero lavorare sempre più per rafforzare la presenza di questo sport nel mondo ed aumentare il numero di paesi in cui si pratica. Salta agli occhi la scarsissima partecipazione asiatica e la totale assenza di atleti provenienti da Sud America e Africa, nonostante siano luoghi in cui abbondano le montagne.
Di lavoro da fare ce n'è tanto, chissà, forse questa riflessione potrà essere utile a smuovere un po' le acque.
Di lavoro da fare ce n'è tanto, chissà, forse questa riflessione potrà essere utile a smuovere un po' le acque.
During the last few weeks my heart of luge passionate has been tossed more than the body of an athlete during a race between curves, labyrinths, false straights and kreisel. It passed from the joy and satisfaction to a baleful wrath, till disappointment and sadness, but it's reaching a state of lucid determination. Facts and results of the last period led me to reflect deeply and to develop the belief that any situation can be improved and that make use of their forces in this necessary evolutionary process is an obligation for everyone involved.
Luge is an Olympic sport. This year, in the pre-Sochi season, athletes from 31 different nations attended the World Cup, but this is not a point of arrival, is a stimulant starting point.
Tracks from yesterday and today: La Plagne, St.Moritz, Nagano, Cesana, Cortina, Calgary, Lake Placid, Korketrekkeren |
Currently the World Cup takes place on 9 events, 4 of which (44% !) in the same country.
An anomaly that could be resolved easily, by the moment that there are at least 18 tracks, active or reactivable, in 11 different countries.
Let it be clear that I would think the same way whatever country of the world had a so disproportionate percentage of "home" races.
I will say more, I find this situation harmful in primis for those who exercise an excessively prominent position: thus the value of the victories is cast doubt, victories are taken for granted and one is astonished when they don't come.
Someone will always suspect that competing so often on a friendly ground could be an advantage, having regard to the malleability of the race surface: ice created by the tracks' workers, definitely animated by good intentions, but not always by fairplay.
Actually distributing the races worldwide should take away any doubt and would give a more global breath to this beautiful sport.
Actually distributing the races worldwide should take away any doubt and would give a more global breath to this beautiful sport.
Years ago there was a television commercial in Italy whose slogan was "Do you like to win easy?". I believe that no luger likes to win easy, everyone wants to deserve the victory against strong and competitive rivals.
Another thorny issue are the random equipment controls at the end of the first heat. What's their sense? None. Wouldn't be more reasonable if they made a detailed inspection to every athlete and every sledge before giving the go-ahead, rather than just control weight and skates' temperature? Let's leave the roulette extraction to doping control ... and I ask some expert the kindness to explain how vasoconstrictors or bronchodilators may affect the performance of athletes lying on the sledge for less than a minute.
To make luge truly international, and with a thousand more years of life, I believe that IOC and FIL should work even more to consolidate the presence of this sport in the whole world and increase the number of countries in which it's practiced. Leaps to the eyes the very low Asian participation and the total absence of athletes from South America and Africa, despite being places where mountains abound.
There is a lot of work to be done, maybe this reflection might be useful to stir things up.
paola castaldi
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